Trattamenti di medicina rigenerativa per la ricrescita dei capelli

alopecia

Trattamenti di medicina rigenerativa per la ricrescita dei capelli

La calvizie è una condizione caratterizzata da una progressiva perdita dei capelli, a partire generalmente dall’attaccatura frontale, per poi estendersi alla sommità della testa, fino ad arrivare anche ai lati. Il problema colpisce con netta prevalenza il sesso maschile: si stima che l’88% della popolazione maschile soffra di alopecia, ma anche le donne possono essere colpite da questa condizione.

L’alopecia androgenetica è la più comune forma di calvizie ed è caratterizzata da una progressiva degenerazione dei follicoli piliferi: le conseguenze sono il progressivo diradamento dei capelli, e al contempo un indebolimento degli stessi che si evidenzia come una perdita del naturale spessore. Il termine “androgenetica” non è a caso. Tra le cause dell’alopecia maschile c’è il diidrotestoterone, un ormone androgeno derivato dal testosterone. Una iperattività dell’enzima responsabile della trasformazione del testosterone in diidrotestoterone porta alla diminuzione dei livelli del primo ed al conseguente aumento del secondo, il quale interferisce negativamente con la crescita del capello. In presenza di elevati livelli di diidrotestoterone infatti, i capelli crescono più sottili, più corti e più radi, e non riescono a coprire efficacemente il cuoio capelluto né tanto meno dare origine ad una chioma folta e voluminosa.

Questo spiega chiaramente il perché le donne sono meno colpite da calvizie: i livelli di testosterone nel sesso femminile sono molto più bassi, mentre sono più alti i livelli di estrogeni, che al contrario stimolano l’attività dei follicoli piliferi e quindi favoriscono la crescita dei capelli. Nelle donne infatti non si manifesta mai una perdita completa di capelli come accade spesso invece nell’uomo, anche nelle forme più gravi di calvizie. Quello che si verifica è una perdita progressiva di capelli ed un assottigliamento degli stessi, che porta certamente ad un evidente diradamento della chioma, ma quasi mai ad una perdita completa dei capelli.

In tutti i casi comunque la perdita dei capelli non è vissuta serenamente, né dagli uomini e né dalle donne. Per queste ultime, il diradamento dei capelli viene percepito come una perdita anche di sensualità e di femminilità. E la cosa fastidiosa è che non è sempre un inestetismo legato all’invecchiamento, perché può verificarsi anche nelle ragazze giovani.
La perdita dei capelli negli uomini è invece spesso vissuta come un vero e proprio dramma, anche perché una volta iniziata, il diradamento può progredire anche rapidamente. Essa viene associata ad una perdita di virilità e giovinezza, e di conseguenza ci si può sentire meno sicuri anche nelle relazioni con gli altri. 

Negli uomini l’alopecia androgenetica può comparire a partire già dai 20 anni, e infatti a seconda dell’età di insorgenza e della velocità di progressione, si distinguono:

  1. Alopecia androgenetica veloce: si sviluppa subito dopo la pubertà ed intorno ai 20 anni è già in fase avanzata;
  2. Alopecia androgenetica lenta: inizia intorno ai 20-30 anni, progredisce fino ai 40-50 anni e poi rallenta, anche se non si blocca.

In ogni caso, la perdita dei capelli rimane un episodio spiacevole per tutti. È soprattutto questo il motivo per cui la medicina estetica ha studiato e messo a punto svariate tecniche più o meno invasive per rinfoltire la chioma: dal classico trapianto di capelli, fino a protocolli altamente innovativi di medicina estetica rigenerativa.

Alopecia: cause e diagnosi

Le cause dell’alopecia possono essere diverse. Sembrerebbe evidente una predisposizione genetica, ma possono esservi anche dei fattori ambientali che ne potrebbero favorire l’insorgenza. All’alopecia androgenetica contribuisce più l’assetto ormonale, ma ad esempio anche un periodo di forte stress può esser causa di perdita o diradamento dei capelli.

A seconda di quali sono le cause ci si può trovare in presenza di diverse forme di alopecia. Per fare qualche esempio, si possono distinguere un’alopecia areata, alopecia congenita o ereditaria, un’alopecia fronto-parietale maschile (caratterizzata da una perdita nella zona fronto-parietale), alopecia da denutrizione (in caso di dieta inadeguata), alopecia Iatrogena (da farmaci), e così via. La forma di alopecia più comune rimane comunque quella androgenetica.

Per la diagnosi il medico procede in primis con il prelievo ematico, andando a ricercare nel sangue alcuni parametri che possono essere specificatamente legati alla caduta dei capelli. Potrebbe essere una mancanza di oligoelementi quali ferro, zinco, o rame oppure si potrebbero andare a ricercare degli anticorpi se si ipotizza una forma di alopecia autoimmune.

Un ulteriore esame specifico che si può fare sul capello è il tricogramma, che consiste nell’estrazione di 5 capelli del vertice della testa e nell’osservazione e analisi degli stessi attraverso un microscopio particolare. Una volta prelevato il capello, si procede preparando un vetrino dello stesso e si va ad analizzare specificatamente il bulbo, per capire cosa possa aver provocato un’alterazione nel ciclo vitale dello stesso. Si cerca di capire quale possa essere la causa, in modo tale da poter mettere a punto una terapia più mirata.

Ovviamente, la caduta dei capelli non è sempre un sintomo o un inizio di alopecia o calvizie. I capelli hanno un ciclo vitale, e al termine dello stesso cadono e vengono sostituiti dai “nuovi”. Nei periodi di cambio stagione inoltre, in particolare in autunno, assistiamo ad un ricambio fisiologico dei capelli, anche perché in estate essi si danneggiano più facilmente a causa della maggiore esposizione ai raggi UV. In questo periodo è normale trovare al mattino i capelli sul cuscino, o che ne rimanga un numero maggiore sulla spazzola. Siamo ancora però in condizioni fisiologiche.

Qualora si notasse una perdita più consistente di quella che normalmente ci si aspetta nel cambio di stagione, o se si verificasse una perdita di volume della chioma a causa di un assottigliamento anomalo della fibra del capello o ancor peggio se si iniziano a vedere delle aree nelle quali i capelli appaiono diradati, è necessario sottoporsi a un’indagine più approfondita.

Alopecia: la medicina rigenerativa

La tecnica più classica per la ricrescita dei capelli è il trapianto autologo, che consiste nel trasferimento dei capelli con la loro radice da un’area del capo dove crescono correttamente ad un’altra calva o diradata.  Il capello trasferito ricomincerà a comportarsi come nell’area dalla quale è stato prelevato, ossia continuerà a crescere. Si ottiene, in questo modo, una ridistribuzione più omogenea di capelli.

Attualmente però la medicina estetica si sta spostando su tecniche meno invasive e più innovative, ascrivibili al campo della medicina rigenerativa. La medicina rigenerativa sfrutta la naturale capacità rigenerativa che hanno le cellule dell’organismo di riparare i tessuti danneggiati per stimolare l’attività dei follicoli e conseguentemente la ricrescita dei capelli.

Uno dei primi protocolli messi a punto utilizza il PRP (Platelet Rich Plasma ovvero Plasma arricchito di Piastrine), procedura che va a stimolare l’attività dei bulbi piliferi ancora presenti ma che non funzionano efficacemente. Stimolando l’azione dei follicoli si rimette in moto il ciclo di crescita dei capelli, andando a rinfoltire le aree più diradate. La tecnica è mininvasiva e non presenta effetti collaterali, perché consiste nell’infiltrazione di plasma ad alta densità di piastrine prelevato dal paziente stesso.

Studi recenti hanno permesso di mettere a punto un protocollo ancor più innovativo, che utilizza le cellule staminali derivate da tessuto adiposo, le ADSC (Adipose Derived Stem Cells). Si è evidenziato che queste cellule secernono degli ormoni della crescita, che aiutano le cellule a proliferare e a promuovere la ricrescita dei capelli, sia in termini di aumento di numero e sia di aumento di spessore del capello stesso.

 

 

 

 



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